(vedi
anche l'impietosa analisi fatta da Rommel in una lettera alla moglie)
ANNO 1940
del 2 nov.1940, un'avanzata che fu una vera catastrofe
"Dissi che
avremmo spezzato le reni al Negus.
Ora, con la stessa certezza assoluta,
ripeto assoluta,
vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia".
(Discorso di M. del 18 novembre 1940)
"SPEZZEREMO LE RENI ALLA GRECIA"
(vedi
anche l'impietosa analisi fatta da Rommel in una lettera alla moglie)
In
Grecia il regime era apertamente ispirato al nazismo (lo dirigeva il dittatore
Metaxas), ecco perch sia Mussolini che Ciano negli incontri o nella corrispondenza,
non accennarono mai a Hitler del loro progetto di invadere la Grecia.
Il rifiuto era scontato anche se non sapevano proprio nulla dei progetti che
Hitler aveva verso Est (invasione della Russia, quindi spalle coperte).
Dopo la conquista della Francia e la rinuncia a invadere l'Inghilterra le
armate tedesche erano inoperose. Molti nell'ambiente militare e lo stesso
Mussolini pensavano che la prima mossa del Fuhrer sarebbe stata quella di
impadronirsi della Iugoslavia. Mussolini nonostante fosse con questo paese
non alleato ma in buoni rapporti come territorio neutrale, in luglio e in
agosto aveva concentrato (parte effettivamente e parte solo sulla carta)
una trentina di divisioni sui confini non certo per difendersi da una Iugoslavia,
ma semmai per prepararsi semmai lui ad una invasione. Il progetto non dovette
sfuggire a Hitler che (con i suoi segreti propositi a est) intendeva invece
ingraziarseli gli slavi, non voleva certo ritrovarsi con un nemico alle spalle,
degli "slavi" poi!
A fine settembre forse proprio per un deciso intervento del Fuhrer (di
dissuasione o veto, poi a novembre glielo disse chiaro e tondo a conflitto
iniziato) gli Stati Maggiori italiani smobilitarono dalle zone venete
e mandarono in congedo oltre 600.000 soldati.
(Ma come vedremo pi avanti, fu smobilitato perfino l'esercito a sud,
al confine albanese-iugoslavo, con una decisione dello stesso Roatta, e proprio
alla vigilia della riunione a Palazzo Venezia dove venne poi deciso l'attacco
alla Grecia).
Mussolini afferma nella riunione - lo leggeremo pi avanti - che l'idea dell'invasione
alla Grecia l'aveva maturata addirittura prima dell'entrata in guerra, perfino
prima ancora dell'inizio del conflitto (ma di sicuro non ne aveva mai parlato
a nessuno, n politicamente, n militarmente).
La decisione della guerra alla Grecia, fu quindi presa a livello politico,
e forse nemmeno da Mussolini, ma dal genero Ciano come risulta da diverse
testimonianze.
(Ma alcuni storici affermano anche su ispirazione inglese. Perch Ciano non
aveva di certo n le capacit di uno stratega e tanto meno aveva la vista
lunga di una strategia dell'uno (gli inglesi) o l'altro schieramento
(i greci). Anzi non ne ebbe nemmeno una per l'Italia, e non seppe neppure
badare a se stesso).
L'idea - di conquistare una base nel Mediterraneo con la Grecia e le isole
- forse poteva essere quella di favorire l'impresa in Africa (che per quando
divent un fallimento, semmai aggravò la situazione e pur con l'occupazione
dei tedeschi i fatti dimostrarono che non influ poi di molto questa occupazione
- anzi per i malcapitati italiani l'8 settembre del '43 divent una tragedia-
vedi Cefalonia, Lero, ecc).
I motivi pi accreditati -non certo militari ma politici- che Ciano
(convincendo il suocero) volesse (con molto astio personale) rivaleggiare
con Hitler, dopo l'ininfluente (e maltrattato) contributo dato dall'Italia
nella sconfitta della Francia (che invece con tanta retorica propagandistica
sulla stampa nazionale il contributo veniva messo in risalto affermando
che era stato -anche se indiretto - moralmente decisivo il contributo
dell'Italia per la vittoria tedesca in Francia; un po' come nella guerra 1915-18).
L'impresa in Grecia doveva dunque far ritornare all'interno del Paese il prestigio.
Ma non ultimo motivo, era quello -in vista di una eventuale pace- di
potersi sedere l'Italia al tavolo delle trattative con qualche cosa in mano
(e non com'era andata a finire in Francia).
Che sia stata una decisione presa a livello politico e non militare assodato;
basti dire che alla riunione che si svolse per definire il piano d'invasione
(pur trattandosi di un paese dove le azioni in mare erano strategicamente
molto importanti) non fu chiamato nemmeno un rappresentante della Marina.
Ora pur ammettendo che l'obiettivo Grecia era (pi o meno) importante per
tutti i motivi detti sopra, non era proprio necessario aprire un vero e proprio
conflitto bellico cos al buio. Essendo il governo greco da ormai tre anni
filo-fascista e filo nazista, un avvicinamento politico sarebbe stato molto
pi agevole e pi redditizio di un conflitto, fatto in quel drammatico modo
come fu poi fatto. (Con un inverno alla porte! Fu insomma una vera pazzia)
Nell'invasione infatti cosa accadde? che i (supposti) bollori irredentistici
non solo non ci furono, ma al (pretestuoso) primo colpo di cannone
(sparato con tanta faciloneria dai "generali condottieri" italiani)
i greci non rimasero (come previsto) "indifferenti", "gente
che non ha voglia di battersi" ma (a parte il numero che si rivel poi
come rapporto di forze non 2 a 1 per l'Italia, ma di 10 a 1 per la Grecia)
i greci ritrovarono l'unit nazionale e agli italiani riservarono una brutta
"sorpresa": non solo di non farsi travolgere, ma di contrattaccare
e respingere con tutte le loro forze il vile attacco.
E che era tale (oltre il pretesto, la faciloneria e senza un serio piano strategico)
lo si desume dalla riunione che fu fatta per decidere con tanta superficialit
(e cinismo) questa drammatica "avventura".
L'ATTACCO
ALLA GRECIA
La (Lettere/Documenti |
Viene
approntato un ultimatum per la Grecia, che il ministro italiano ad Atene Emanuele
Grazzi dovr consegnare alle ore 3 del 28 ottobre contemporaneamente all'inizio
dell'offensiva. Nel documento riferendosi alla neutralit della Grecia nei
confronti dellItalia e si intima al governo greco di consentire alle forze
italiane di occupare, a garanzia di questa neutralit e per la durata del
presente conflitto con lInghilterra, alcuni punti strategici in territorio
greco. Ma se le truppe italiane dovessero incontrare resistenza, tali resistenze
saranno piegate con le armi e il governo greco si assumerebbe la responsabilit
delle conseguenze.
Il 19 ottobre Mussolini informa Hitler delle sue intenzioni. Ma la lettera
(ritardandola apposta) gli giunge alla vigilia dell'incontro a Firenze il
giorno 28. Quando le operazioni sono gi iniziate e Hitler piuttosto infuriato
non pu far pi nulla per impedirle.
28 OTTOBRE 1940
- L'ATTACCO: Alle ore 3, secondo le istruzioni, Grazzi presenta al primo ministro
greco Metaxas lultimatum italiano. Metaxas lo prende per quello che , ossia
una vera e propria dichiarazione di guerra; perci daccordo col re lo respinge
e afferma che la Grecia resister con tutte le sue forze. Allalba, le truppe
italiane dislocate in Albania (complessivamente 105.000 uomini comprendenti
un Gruppo litorale e le divisioni Siena, Ferrara, Piemonte, Parma, Venezia,
Arezzo, la divisione corazzata Centauro e la divisione alpina Julia) varcano
la frontiera greca e penetrano per vari punti in territorio nemico. Le divisioni
Ferrara, Centauro e Siena avanzano lungo il litorale puntando alla conca di
Ginnina (Ioannina) superando il fiume Kalamas. Alla loro sinistra la divisione
Julia punta sul passo di Metsovo per tagliare i collegamenti dei greci tra
lEpiro e la Macedonia. Piu' a nord, la Parma e la Piemonte si attestano a
difesa della conca di Corcia (alb. Korc). Le condizioni atmosferiche, pessime,
favoriscono i difensori.
Alle ore 11, dello stesso giorno, Mussolini e Hitler si incontrano a Firenze,
alla stazione di Santa Maria Novella. Hitler ha appreso a Bologna, dai giornali,
come voleva Mussolini, dellazione italiana in Grecia.
1-4- Novembre 1940 -
Ma dopo pochi giorni (4) le truppe italiane sono gi in difficolt.
Il 1 novembre scatta in
contrattacco greco; le truppe italiane sono bloccate sul fiume Kalamas. Nessuna
avanzata sull'Epiro. La divisione alpina Julia presso il passo di Metsovo
viene aggredita da sette divisioni greche, di fianco e a tergo puntando sulla
conca di Corcia (Korc), dove le divisioni Parma e Piemonte, e poi Venezia
e Arezzo fatte accorrere dal confine iugoslavo, sono anch'esse travolte. I
greci minacciano di aggirare tutto lo schieramento italiano raggiungendo la
strada Corcia-Perati. (il Ponte di Perati diventer famoso per gli Alpini
italiani della Julia come il "Ponte della Bandiera Nera" una triste
canzone degli Alpini -
"Sul ponte di Perati bandiera nera
L' il lutto degli alpini che fan la guerra
L' il lutto degli alpini che fan la guerra
La meglio giovent che va sotto tera"
Viene ordinato un profondo ripiegamento sulla linea del fronte albanese. Soddu
ha capito subito la situazione e sa che con la forte compattezza greca si
corre il grave rischio di essere ributtati tutti a mare - e ventila la possibilit
di una richiesta di pace, che per da Roma viene sdegnosamente respinta.
Ma per le piogge torrenziali e neve in montagna la situazione sul fronte va
peggiorando di ora in ora.
8 Novembre 1940
- Di fronte alla grave situazione, il comando italiano d lordine di ritirata.
Ma anche le comunicazioni non funzionano; la Julia viene schiacciata da tre
divisioni.
Il giorno dopo arriva l'esonero per il generale Visconti Prasca , il generale
Ubaldo Soddu assume il comando del Gruppo di armate di Albania, che raggruppa
le divisioni operanti sul fronte greco.
12 Novembre 1940 -
La reazione dell'Inghilterra - schierata con la Grecia - non si fatta attendere;
dopo due tentativi su Napoli il 3 il 5 novembre, c' un massiccio
attacco aereo alla base navale di Taranto con pesanti perdite.
Alle Ore 22,40:
i siluri di 12 aerei inglesi del tipo Swordfish, decollati dalla portaerei
inglese Jllustrious, che naviga a 170 miglia al largo delle coste italiane,
nello Ionio, colpiscono nel porto di Taranto le corazzate Cavour e Littorio
(questultima, con la gemella Vittorio Veneto, la pi recente della classe
e stazza ben 35.000 t).
Ore 23,30: una seconda ondata di 9 Swordfish provenienti come i primi dalla
lllustrious sventrano la corazzata Duilio. un colpo molto duro per la flotta
italiana che perde la met delle sue corazzate.
Altri incrociatori affondano al largo quattro mercantili.
Incursioni di altri aerei su Brindisi, Bari, e ancora Taranto.
Il 19 Novembre 1940, nonostante una annunciata disfatta, Mussolini non demorde
e pronuncia alla radio questo orribile discorso, diventato poi incancellabile
per le sue ultime 5 parole.
"Dopo
un lungo pazientare abbiamo strappato la maschera a un paese garantito dalla
Gran Bretagna, un subdolo nemico: la Grecia. E' un conto che attendeva di
essere saldato; una cosa va detta e forse non mancher di sorprendere taluni
inattuali classicisti italiani: i greci odiano l'Italia, come nessun altro
popolo. E' un odio che appare a prima vista inspiegabile, ma generale, profondo,
inguaribile in tutte le classi, nelle citt, nei villaggi, in in alto, in
basso, dovunque.
Su questo odio che si pu definire grottesco si basata la politica greca
di questi ultimi anni. Politica di assoluta complicit con la Gran Bretagna;
n poteva essere diversamente dato che il re inglese, la parte politica
inglese, la borsa, nel senso figurato e proprio, inglese. Questa complicit
estrinsecata in molti modi, che a suo tempo saranno irrefutabilmente documentati,
era un atto di ostilit continua contro l'Italia. Dalle carte trovate dallo
Stato Maggiore germanico in Francia a Vity la Charit risulta che fin da maggio
la Grecia aveva offerto ai franchi-inglesi tutte le sue basi aeree e navali.
Bisognava abortire questa situazione; ci che si fatto il 28 ottobre quando
le nostre truppe hanno varcato il confine greco albanese.
Le aspre montagne dell'Epiro e le loro valli fangose non si prestano a guerre
lampo come pretenderebbero gli incorruttibili che praticano la comoda strategia
degli spilli sulle carte. Nessun atto, o parola mia i del governo l'ha fatto
prevedere. Non credo che valga la pena di smentire tutte le notizie diramate
dalla propaganda greca e dai suoi altoparlanti inglesi.
Quella divisione alpina Julia, che avrebbe avuto perdite enormi, che sarebbe
fuggita, che sarebbe stata polverizzata dai greci, stata visitata dal generale
Soddu il quale, a visita ultimata, cos mi ha telegrafato il 12 novembre:
"Recatomi stamane a visitare divisione alpina Julia devo segnalarvi la
magnifica impressione riportata da questa superba unit, fiera e salda pi
che mai nei suoi granitici alpini".
C' qualcuno fra di voi, o camerati, che ricorda l'inedito discorso di Eboli
pronunciato nel luglio del 1935 prima della guerra etiopica? Dissi che avremmo
spezzato le reni al Negus.
Ora, con al stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo
le reni alla Grecia".
(Questo
discorso alla radio lo abbiamo in originale. Lo metteremo in seguito).
Il 20 Novembre 1940 con
una lettera a Mussolini, Hitler (che conosce gi molto bene la situazione)
critica aspramente la decisione dell'attacco alla Grecia. "Lo stato
delle cose cos creatosi ha conseguenze psicologiche e militari gravissime
a proposito delle quali importante far luce completa... Le conseguenze psicologiche
della situazione sono spiacevoli...."(...) le conseguenze militari di
questa situazione sono, Duce, molto gravi....Gli inglesi intensificheranno
le loro basi aerea sul Mediterraneo... Non oso pensare nemmeno alle conseguenze
che ne deriverebbero (vicini ai pozzi petroliferi Rumeni. Ndr.). (...) Gli
inglesi saranno del tutto indifferenti se gli italiani distruggono le citt
greche per rappresaglia; ma l'attacco contro citt italiane che sar decisivo...tutte
le localit costiere italiane saranno minacciate...(...)
Dal punto di vista militare questa situazione una minaccia e per quanto
riguarda la nostra zona petrolifera romena addirittura paurosa....
Senza la collaborazione della Iugoslavia non c' da rischiare nei Balcani
operazione alcuna.
Bisogna tentare con ogni mezzo di allontanare la Russia dalla sfera balcanica.
In Africa impegnatevi a raggiungere Marsa Matruh per stabilirvi una base aerea
per i nostri Stukas e i Ju 88, che dovranno cacciare la flotta britannica
da Alessandria.
La questione Mediterraneo deve essere liquidata entro la fine dell'anno.
Una defezione della Francia da parte del Marocco assicurerebbe agli inglesi
le zone di partenza che diverrebbero catastrofiche per tutta l'Italia
e l'Africa. Mentre con la caduta di Gibilterra si metterebbe tanto di catenaccio
al Mediterraneo, da farlo diventare la tomba della flotta inglese. (...)
(Lettere/Documenti
Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946) (Poi in Lettere/Documenti
- Doc. N. 33, Rizzoli, 10-6-1946)
Il 22 Novembre 1940 -
Mussolini risponde ai rimproveri, ricordandogli la lettera (appositamente
ritardata) fattagli pervenire il giorno prima dell'incontro a Firenze con
l'attacco in Grecia gi iniziato. Mussolini in quella lettera gli chiedeva
di esprimere un parere sulla sua azione, ma Hitler ovviamente non rispose
per iscritto, ma verbalmente in quell'incontro espose (perfino infuriato)
la sua disapprovazione.
Con questa nuova lettera, Mussolini quasi gli rimprovera di non avergli
dato consigli "che come altre volte avrei attentamente seguito",
e cerca di sminuire gli inconveniente che si stanno verificando, elencandogli
tre cause:
"1) Al maltempo che imperversa con piogge violenti ha arrestato
la marcia delle forze meccanizzate. Una divisione corazzata, ad esempio,
rimasta letteralmente affondata nel fango.
2) Alla defezione quasi totale delle forze albanesi che si sono rivolte contro
le nostre unit. Una sola divisione nostra ha ad esempio dovuto disarmare
e rinviare nelle retrovie 6000 albanesi.
3) All'atteggiamento della Bulgaria che ha permesso ai greci di ritirare otto
divisioni che avevano in Tracia, e che sono venute a rafforzare quelle che
gi si trovavano a noi opposte.
Ma tutto ci appartiene al passato e non bisogna lasciarsi formalizzare, sebbene
mi renda conto che tali avvenimenti hanno potuto provocare sfavorevoli ripercussioni.
Ora l'Italia sta preparando 30 divisioni colle quali potr annientare la Grecia.
Non vi ragione di preoccupazione per i bombardamenti delle citt meridionali
che recano pochi danni. (...) Ho avuto anch'io la settimana nera ma ora il
peggio passato. Le condizioni interne dell'Inghilterra, da notizie pervenuteci,
sembrano effettivamente gravi n da escludere la possibilit di un collasso.
Gradite, Furher, il mio cameratesco saluto. Mussolini".
(Lettere/Documenti
Mussolini-Hitler, King Features Syndacate, New York, 1946) (Poi in Lettere/Documenti
- Doc. N. 34, Mussolini a Hitler, Rizzoli, 10-6-1946)
3 Dicembre
1940 - Gli
italiani in Grecia sono costretti a ripiegare e perdono (con le ostilit dei
locali) anche un terzo dell'Albania dove erano gi arretrati . Mussolini per
evitare la disfatta, ormai impantanato "nel fango", costretto
a chiedere urgenti aiuti a Hitler.
Unica consolazione
che i greci nonostante si battono come leoni, manca a loro i mezzi di locomozione
rapidi, mancano autocarri, mezzi corazzati e artiglieria controcarro: e gli
"amici" i britannici non sono in grado di fornirli.
A Valona in Albania sbarcata come rinforzo anche la divisione alpina Tridentina,
ma gran parte dei soldati non riescono a individuare le linee e si sbandano.
Neve e freddo intenso provocano numerosi casi di congelamento.
4 Dicembre 1940
- Violenta attacco di Farinacci sul suo giornale Regime fascista contro
Badoglio, per l'insuccesso delle operazioni militari. Il popolare e pluridecorato
maresciallo d'Italia costretto a dimettersi sostituito dal generale Ugo
Cavallero. (Eppure nonostante il suo successivo comportamento, la sua analisi
alla riunione non era sbagliata: la guerra in Grecia non era "una passeggiata",
e non era il momento di farla. Ma si cercava un capo espiatorio e fu solo
Badoglio a pagare; che pag con la destituzione; e che inizia d'ora in avanti
(con i badogliani e i regi) a schierarsi contro Mussolini.
Il 5 Dicembre 1940 -
Hitler scrive a Mussolini una lettera che gli viene recapitata personalmente
dal Generalfeldmarchall Milch. Gli accenna che sta rivolgendo una preghiera
a Franco per farlo decidere ad entrare in guerra al suo fianco per il
possesso di Gibilterra estremamente necessaria alla sua impresa africana;
(Franco, si cavato d'impaccio, facendo a Hitler una richiesta di aiuti spropositata)
Inoltre Hitler gli accenna che sta anche adoprandosi per
fare entrare nell'Asse la Iugoslavia
("Dobbiamo cattivarcela e non indurla a minacciarci" );
per il non appoggio della Bulgaria d invece la colpa alla Russia (l'alleata
che indirettamente e paradossalmente ha aiutato la Grecia, non impegnandola
a est); ed infine per quanto riguarda gli aiuti urgenti in Grecia gli d notizia
che una squadriglia aerea sta partendo diretta alle basi siciliane, in quanto
a quella terrestre sar pronta non prima di marzo; ma gli comunica anche che
sar uno staff di Generali tedeschi a prendere il comando delle operazioni
belliche in Grecia e in Africa. "Lo consideriamo come un Comando Speciale
che dopo aver assolto il suo compito, vorrei averlo nuovamente a mia disposizione
per altro impiego". (ib. Doc. n. 36)
(Iugoslavia e Ungheria e poi successivamente la Grecia si schiereranno con
i tedeschi; ma sempre con una fazione di governativi filo-nazisti; in pratica
governi fantoccio).
8 Dicembre 1940
- La lettera di Hitler a Mussolini appena arrivata, quando in Africa si
scatena una grande controffensiva inglese che costringe le forze italiane
a una rovinosa ritirata.
Partendo dall'Egitto gli inglesi sfondano le linee italiane a Sidi-el-Barrani.
Le 7 divisioni del gen. Graziani non riescono a contrastare lurto delle 2
inglesi (la 4a indiana e la 7a corazzata) che il comandante supremo britannico
nel Medio Oriente, gen. Archibald Percival WaveIl, ha mandato al contrattacco.
Per le truppe italiane la sorpresa totale: da quando, il 16 settembre, hanno
conquistato Sidi-elBarrani, gli italiani, nonostante la schiacciante superiorit
numerica, si sono trincerati nella loro fragile conquista invece di proseguire
lavanzata. Lazione inglese comunque, efficace quanto improvvisa, mette in
seria difficolt tutto lo schieramento italiano: in due ore i britannici aggirano
il campo trincerato di Nibeiwa uccidendo tra gli altri il gen. Maletti che
lo comanda e che sorpreso in pigiama dagli attaccanti. In quattro giorni
di combattimento cadono in mano inglese Tummar, Maktila, la stessa Sidi-el-Barrani:
quattro divisioni italiane vengono distrutte (i prigionieri sono circa 38.000,
tra cui 4 generali). I britannici perdono, tra morti, feriti e dispersi, 624
uomini. Gli inglesi hanno inoltre catturato 237 cannoni, 73 tra carri armati
medi e leggeri e non meno di 1000 automezzi.
Il 17 Dicembre
1940 cadono in mano inglese anche Sidi Omar e Sollum; a Sidi Omar 1000 soldati
italiani sono fatti prigionieri. La situazione delle forze italiane in Africa
settentrionale critica.
A Natale, poi nell'ultimo giorno dell'anno i soldati italiani vivono nell'incubo
di essere attaccati a Bardia sul confine tra Libia ed Egitto, che purtroppo
assalita il 1 gennaio cadr il 5. Poi continuando l'offensiva gli inglesi
proseguiranno fino a Tobruck dove saranno fatti prigionieri pi di 120.000
uomini.
(altro che conquista di Gibilterra e Marsa Matruh !!)
Per Hitler fu un'altra doccia fredda, da gelargli il sangue.
Per Mussolini la disfatta, per gli italiani la fine di tanti sogni e l'inizio
di grandi tragedie che proseguiranno purtroppo per altri cinque anni.
Eppure la guerra in questo 1940 appena cominciata!
Purtroppo con tutto quello che abbiamo letto, cominciata male, molto male
e a fine anno era gi al punto di non ritorno. E con Mussolini ormai agli
ordini di Hitler.
(vedi
anche l'impietosa analisi fatta da Rommel in una lettera alla moglie)
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